Bandiere
La bandiera è il simbolo di appartenenza, di distinzione di un gruppo dagli altri, di identità personale e collettiva, quasi sacrale. Fra il XVI e il XIX secolo tutte le Contrade, per molteplici motivi, non escluso quello storico-politico, variarono i colori dei propri vessilli, ed in alcuni casi anche il loro emblema.
La descrizione più antica della bandiera dell’Istrice compare in una memoria di anonimo fiorentino stampata a Siena da Simone di Niccolò di Nardo nel 1506: “La festa che si fece in Siena a dì XV di aghosto MDVI”, dalla quale si ricava che nella “Caccia” del 1506 gli uomini dell’Istrice entrarono in Piazza con un costume partito di bianco e di bianco e nero sotto la guida del Capocaccia Niccolò dei Rochi e dell’Alfiere Stefano del Gricca che spiegava una bandiera tutta bianca, e avevano al loro seguito un carro a forma dell’animale.
Nella famosa “Caccia dei Tori” del 15 agosto 1546, dipinta da Vincenzo Rustici e descritta da Cecchino Cartajo, l’Istrice spiegò una bandiera a liste orizzontali bianche e nere con una croce rossa a traverso portata dall’Alfiere Giulio Venturi. Dobbiamo giungere al 1694 per documentare che l’Istrice aveva tolto il bianco, presentandosi con una bandiera a liste rosse e nere, che si prestava però ad essere confusa con quella di altre Contrade, per cui fra il 1702 e il 1704 eliminò il rosso e spiegò una bandiera a liste nere e celeste pallido detto ”acqua di mare”. Questa nuova insegna non fu molto apprezzata dagli Istriciaioli, che nel 1714, cambiando ancora una volta, vollero distinguersi con una bandiera nera e bianco perlato, con l’intento, forse, di riprodurre i colori naturali degli aculei dell’istrice. Già dal 1717 si trovano notizie di una bandiera a fondo bianco con arabeschi rossi, celesti e neri con l’istrice al centro dell’insegna.
La bandiera a quattro colori è definitivamente codificata nella relazione del Palio del 16 agosto 1786. Nel diario stampato da Pazzini Carli con le incisioni di Agostino Provvedi si legge che “la comparsa dell’Istrice, alla cui vaghezza contribuiva appunto la molteplicità de’ colori dai quali è formata la Bandiera di quella Contrada che in campo bianco ha per stemma un istrice con graziosi arabeschi di color turchino rosso e nero”. Un’altra relazione recita che l’Istrice “fece vedere una truppa di guardie svizzere, con suo carro coperto, e vestiario analogo al colore della Loro Bandiera, cioè rosso, nero, celeste e bianco, con gran spadoni all’Antica, e Labarda in mano”.
Da allora i colori della bandiera dell’Istrice, pur se con disegni e proporzioni diverse, sono rimasti i quattro colori attuali. L’emblema della Contrada fin dai primi del Settecento era un istrice coronato su una base di terreno al naturale. Poi, a seguito della visita a Siena del Re d’Italia Umberto I di Savoia, tutte le Contrade furono autorizzate a fregiarsi di alcuni simboli dello stemma reale Savoia: l’Istrice nel 1889 inserì nel suo scudo “al capo due rosette rosse (dette di Cipro) e alla punta il nodo sabaudo azzurro”. L’ultima variazione araldica risale al 30 aprile 1980 quando il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta Fra’ Angelo de Mojana di Cologna, in virtù dei legami storici del territorio della Contrada con l’Ordine, concesse all’Istrice di inserire nel proprio stemma “il capo di rosso alla croce bianca ottagona” e il diritto all’appellativo di “Sovrana”.